Il Paesaggio
Ultimo aggiornamento: 16 dicembre 2022, 12:19
Ripatransone è il "Belvedere del Piceno", grazie ad una vista panoramica straordinaria che spazia a 360°.
Dalla sommità della sua altura lo sguardo arriva al Conero e al Titano a nord fino alla Maiella e al Gran Sasso a sud. In condizioni eccezionali, si scorgono il Gargano e le Alpi Dinariche della Croazia
La cittadina sorge in cima ad una rupe (494 m s.l.m.) che si innalza tra le valli del fiume Tesino a sud e del torrente Menocchia a nord e che raggiunge un picco di 508 m s.l.m. sul Colle San Niccolò, all’interno del centro cittadino. I versanti del suo territorio, che si estende per 74,17 km2, si presentano estremamente ripidi, tranne ad est, dove la rupe declina più dolcemente verso il litorale.
Il centro storico è costruito su cinque colli: il Colle di Monte Antico poi di San Niccolò, il Colle Belvedere poi di San Francesco, il Colle di Capodimonte, il Colle di Agello e il Colle di Roflano poi di San Domenico. All’area cittadina si affiancano, negli immediati dintorni, altre rilevanti alture come il Castellano (432 m s.l.m.) a nord e il Monte Attone (493 m s.l.m.) a sud est. Sotto Ripatransone si snoda un intricato sistema di spelonche artificiali chiamate Grotte di Santità.
Aspetti Geomorfologici
Nell’area affiorano terreni geologicamente giovani depositi dal Pleistocene inferiore all’Olocene in ambienti sedimentari che passano dal marino prevalente, alla transizione tipo spiaggia ed infine al continentale schietto.
Sulla base delle prescrizioni dettate dal P.P.A.R. riguardo le emergenze geologiche e geomorfologiche, si può affermare che nel territorio del Comune di Ripatransone sono presenti tre tipi principali di emergenze geomorfologiche da salvaguardare. Esse sono:
- I calanchi presenti nella formazione pelitica
- Gli affioramenti di sabbie gialle stratificate e di ghiaie e conglomerati di tetto (depositi pelitici-sabbioso-ghiaiosi della sequenza Pleistocenica)
- Affioramenti della serie politico-arenacea
L’emergenza geomorfologica degna di nota è rappresentata dai CALANCHI. Il calanco si presenta con una forma caratteristica di burronamento formato da numerose creste argillose che, dal fondo del burrone principale, allargandosi a ventaglio salgono al margine superiore del fronte del calanco stesso (anticamente chiamati “le penne”).
Questa emergenza affiora in numerose zone in tutto il territorio comunale, nei versanti sud e ovest, essi qualificano fortemente l’area e costituiscono un esempio integrante del paesaggio collinare ed agrario tipico della Regione Marche. Secondo le fonti storiche, tale formazione risale principalmente al sec. 17°, periodo nel quale si verificarono la fine della piccola glaciazione ed un consistente disboscamento ai fini della messa a coltura di nuove specie come il mais, utili a sostenere una sempre più crescente richiesta della popolazione anche in relazione alle necessità dettate dalla neonata diocesi di Ripatransone (1571).
Natura e vegetazione
Nel territorio comunale sono presenti il Sito di Interesse Comunitario dei “Boschi tra Cupra Marittima e Ripatransone” (IT5340002) e “La Selva dei Frati Cappuccini”.
L’intera area territoriale è coperta da diversi tipologie di bosco misto con dominanza di Leccio (Quercus ilex L.), di Roverella (Quercus pubescens Willd), latifoglie, latifoglie con dominanza di Carpino Nero (Ostrya carpinifolia), o di Pinaceae, che manifestano nel complesso un determinato carattere tipico della macchia mediterranea a crescita ridotta.
L’associazione bosco misto con dominanza di Leccio è presente nelle zone in prossimità del litorale. Il leccio è l’essenza predominante e spicca, in ogni periodo dell’anno, per il colore verde cupo del fogliame. In questa associazione sono presenti un’ampia varietà di ibridi naturali come la roverella, il carpino nero, l’orniello, il ciavardello, il sorbo domestico ed il ginepro comune. Fra gli arbusti e cespugli vegetano il mirto, il ligustro, l’agazzino, il caprifoglio selvatico, l’ampelodesma, la coronilla, la ginestra odorosa, l’asparago selvatico, il rovo, accompagnati da una vegetazione erbacea densa e varia.
L’associazione con dominanza di roverella è presente in modo diffuso sull’intero territorio comunale e in prossimità dei corsi d’acqua con i Pioppi (nero e bianco) ed i Salici. Oltre alle specie dell’associazione suddetta, in questa sono presenti l’acero campestre, il prugnolo spinoso, la sanguinella e la vitalba. E’ inoltre diffusa la Robinia pseudoacacia, pianta tipica del Nord-America ormai naturalizzata e pur riconoscendone un notevole valore funzionale è da ritenersi infestante come l’Ailanthus altissima.
La Selva dei Frati, così denominata perché in prossimità del Convento dei Cappuccini (risalente al 1575) sul Monte Attone, è un esempio di particolare pregio paesaggistico, ricadente nella tipologia di bosco misto di sole latifoglie con dominanza di Carpino Nero. Suggestivo bosco avviato ad alto fusto anche se eccessivamente denso. Nel rispetto delle misure per la prevenzione ambientale, all'interno della selva è stato creato un parco acrobatico forestale.
Il bosco a dominanza di Pinaceae e latifoglie è una tipologia probabilmente derivante da vecchi rimboschimenti artificiali, parzialmente attecchiti. Esso risulta costituito da più generi e specie per lo più autoctone.
Un altro tipo di emergenza vegetazionale propria del territorio di Ripatransone è la fitocenosi del calanco, che si presenta molto variabile con stadi di colonizzazione differenti. Qui è possibile trovare come essenze arboree roverelle e olmi. Fra gli arbusti, a seconda dell’esposizione e della maggiore o minore umidità dei terreni, si incontrano la ginestra odorosa, la rosa selvatica, il rovo, il prugnolo spinoso e la tamerice.
Tra i crinali del suo territorio si sviluppa il comprensorio cicloturistico degli “Anelli Piceni” che collega l’area interna con il litorale, attraverso i Comuni di Ripatransone, Massignano e Cupra Marittima. Il nome evoca la ricca storia dell’area, abitata sin da epoca preromana dai Piceni, popolo a cui sono attribuiti i tipici e misteriosi manufatti in bronzo a forma di anello costolato di nodi chiamati Armille. La rete di percorsi è praticabile su MTB, eMTB e Gravel e apre la vista ad un paesaggio variegato fatto di ripidi pendii, aree boscose, ma anche zone a forte vocazione rurale.
Fauna
Vertebrati:
- mammiferi: volpe, tasso, faina, donnola, puzzola, riccio, toporagno
- uccelli: poiana, gheppio, allocco, gufo comune, gruccione, torcicollo, averla piccola
- rettili e anfibi: biacco, colubro d'Esculapio, coronella austriaca, biscia dal collare, ramarro, rospo comune, rana dei fossi, tritone crestato
Invertebrati:
- lepidotteri: Aglais urticae, Papilio machaon, Saturnia pyri, Charaxes jasius (da confermare)
- coleotteri: Cerambyx cerdo, Aromia moschata, Oryctes nasicornis
L’emergenza faunista maggiormente significativa per l’area è il Gruccione (Merops Apiaster).
Agricoltura e paesaggio rurale
Circa 500 sono le aziende agricole, molte delle quali specializzate nella coltivazione della vite e dell’ulivo. Grazie alla loro presenza diretta, coltivando con passione e dedizione le diverse colture frammiste come un mosaico di piccoli appezzamenti, Ripatransone risulta il primo Comune della Regione a superficie vitata. Tra i vitigni autoctoni, il Pecorino, il Passerina ed il Montepulciano. Le piante di ulivo sparse o in filari, consociate alle coltivazioni erbacee, residui di antiche forme di allevamento della vite maritata, determinano l’integrità del paesaggio storico. Gli esemplari vetusti sparsi, oltre alla produzione, svolgono il mantenimento delle scarpate nelle fasce tra i vari appezzamenti determinando il confine tra le varie proprietà. Il paesaggio rurale ripano si mostra dunque completo, evoluto e naturale, con varietà autoctone di ulivi come l’Ascolana tenera e dura, il Carboncella, il Nebbia del Menocchia e il Sargano di San Benedetto. La forte vocazione vitivinivola ed olivicola rendono Ripatransone Città del Vino e dell’Olio. Tra le altre colture tipiche, cereali da granella, foraggere avvicendate, girasole, fruttiferi, orticole e vivai.